«In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio» (1Gv 4,10). Dopo aver indicato uno dei nomi propri di Dio, «Amore» ed aver specificato che il vero amore fraterno viene da Dio e fa rimanere in Dio, l’Apostolo Giovanni rivela in che cosa consista e come si è manifestato questo amore anche sul piano storico. A causa del peccato gli uomini sono privi dell’amore di Dio ed incapaci di manifestarlo fino in fondo. Per questo Dio, sin dai primordi della storia umana ha preso l’iniziativa della manifestazione del suo grande amore inviando il suo Figlio, l’unico, l’amato, nel mistero dell’Incarnazione e poi della Redenzione. Nello stesso tempo l’iniziativa divina ha reso gli uomini capaci di amare. La dimensione di questo amore è davvero eccezionale: senza Gesù Cristo gli uomini non avrebbero mai conosciuto la grandezza dell’amore di Dio né tanto meno avrebbero mai beneficiato dell’iniziativa salvifica divina. Dio continua ad amarci provvedendo alle nostre necessità, manifestando la sua presenza negli avvenimenti, garantendo l’efficacia dei suoi interventi attraverso la grazia santificante che proviene dai Sacramenti e dalla Chiesa. Non sempre gli uomini si allineano con questa dimensione che rimane misteriosa soprattutto quando si sperimentano situazioni che sono in netta contraddizione con l’espressione di bene come la salute, l’integrità fisica, il benessere, la pace. La crescita nella fede, anche se talora dura e vacillante, apre il cuore e la mente a specchiarsi in un Dio che rimane comunque, come dice Karl Rahner il «totalmente altro». P. Angelo Sardone