«Dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia. Come regnò il peccato, così regni anche la grazia per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore» (Rm 5,20-21). S. Paolo conclude così il parallelo avviato in termini di contrasto con precedenti affermazioni che fanno riferimento ad Adamo, il capostipite della razza umana e a Gesù Cristo, il nuovo Adamo. Tutta l’umanità porta le conseguenze del peccato originale del progenitore: la condanna e la morte. Mediante la fede in Cristo, porta invece le conseguenze della sua azione salvifica. Ciò che Dio ha operato con la grazia in Cristo è infinitamente più grande del peccato di Adamo e dell’intera umanità. Il peccato che provoca la morte è stato distrutto dalla grazia offerta da Gesù che ha attuato la grandiosa opera della redenzione mediante la sua morte. Obbedienza e disobbedienza sono come i poli dell’intera vicenda umana: la prima nasce dalla fiducia in Dio e dalla sua gratuita azione d’amore; la seconda dall’irresponsabile autonomia da Lui e dal suo rifiuto. Ciò ha dato origine al fallimento dell’uomo e del mondo. La storia umana alla luce di Dio si inquadra tra il primo e il secondo Adamo, il peccato e la gratuita redenzione e rivela che è sostenuta da un grande Amore di misericordia che trasforma il peccato in grazia. Sono concetti fondamentali che fanno parte di una catechesi che non può essere assunta e fatta propria con un’attenzione e conoscenza profonda, cose che spesso mancano anche nei buoni cristiani. P. Angelo Sardone