La semina del mattino
139. «In mezzo al trono e attorno al trono vi erano quattro esseri viventi, pieni d’occhi davanti e dietro» (Ap 4,6). Il libro dell’Apocalisse è ricco di immagini, numeri, animali, una simbologia che affonda le sue radici nella teologia apocalittica del Vecchio Testamento. Nella visione si apre una porta in cielo ed il veggente, Giovanni, viene invitato a salire per vedere le cose che devono accadere. Sul trono avvolto da un arcobaleno vi è il Signore Dio Onnipotente. Attorno, 24 vegliardi che rappresentano il nuovo popolo di Dio che si inserisce e dà compimento all’antico: sono la somma delle 12 tribù d’Israele ed i 12 Apostoli. In mezzo ed attorno, in alto, sopra i vegliardi, a destra ed a sinistra vi sono quattro esseri viventi pieni di occhi che simboleggiano la scienza universale e la provvidenza di Dio, con sembianze di leone, uomo, aquila, vitello. Rappresentano quanto di più nobile, forte, saggio ed agile vi sia nella creazione e l’universo intero che riconosce il potere di Dio e gli obbedisce. L’immagine profetica si rifà al turbinio di fuoco descritto da Ezechiele (1,4-10) che accompagna il popolo nel suo cammino verso l’esilio e dimostra che il Dio d’Israele è il vero Dio. L’interpretazione cristiana, a cominciare da S. Ireneo, ha identificato nei quattro esseri viventi i quattro evangelisti: leone (Marco), aquila (Giovanni), toro (Luca), uomo (Matteo) e quattro caratteristiche di Cristo: re come il leone; vittima sacrificale e sacerdote come il vitello, uomo perché nato da donna, aquila perché effonde lo Spirito Santo sulla Chiesa. S. Girolamo aggiunge una ulteriore interpretazione cristologica: Gesù «nato come uomo, morì come un vitello sacrificale, fu leone nel risorgere e aquila nella sua ascensione». Che grande ricchezza teologica! P. Angelo Sardone