La semina del mattino
201. «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato» (Mc 2, 28). Durante l’intero suo ministero, fu continuo il contrasto di Gesù con gli Scribi ed i Farisei, che si credevano depositari della Legge e della sua interpretazione, a scapito degli insegnamenti rivoluzionari del Maestro di Nazaret. Egli infatti affermava di essere venuto a dare compimento alla legge ed a purificarla da quelle prescrizioni e precetti che incarcerano la mente e la retta libertà dell’uomo rendendolo schiavo della norma. Una delle costanti era la questione del “Sabato”, il settimo giorno del calendario ebraico, giorno sacro dedicato all’osservanza del culto. Il termine significa “riposo” ed evoca una situazione di estremo rigore, se non ossessione, legata al giorno nel quale non era possibile compiere lavoro alcuno, sulla base di quanto Dio stesso aveva fatto nella creazione. Anche la preparazione del cibo rientrava tra i 39 lavori proibiti. Gesù l’osservava, ma in maniera ragionevole. Anzi fece e disse di più: si dichiarò padrone del sabato, compiendo guarigioni in quel giorno e definendo meramente umane le interpretazioni dei Rabbini. Il sabato va santificato, ma mai a costo di sottrarsi dal provvedimento ai bisogni essenziali e dal fare il bene al prossimo. La sentenza riportata dall’evangelista Marco viene condivisa da S. Paolo che invita i primi cristiani a superarne l’osservanza, liberandoli da simile ossessione legalista e penalizzante. Nel Cristianesimo il giorno del Signore è la Domenica, giorno per eccellenza del riposo, per potersi dedicare all’ascolto della Parola ed alla partecipazione alla santa Messa, memoriale della risurrezione di Cristo. P. Angelo Sardone