La semina del mattino
196. «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione» (Eb 3,7). Il grande dottore di Gerusalemme, autore della Lettera agli Ebrei, volendo mettere in guardia i suoi interlocutori dalla presenza di un cuore perverso e senza fede, onde introdurli nella sicurezza della terra promessa, riprende testualmente cinque versetti del Salmo 95, 7-11. L’attualizzazione del testo riguarda la nuova situazione determinata dalla crescita nella fede che avvicina al Signore e dalla comune esortazione a non indurire il cuore sedotto dal peccato. La Scrittura si spiega con la stessa Scrittura e pagine bellissime del Vecchio Testamento trovano attuazione e comprensione negli scritti del Nuovo. La vicenda storica dell’Esodo ha segnato la vita del popolo d’Israele, sia per il lungo peregrinare nel deserto, che per tutti gli avvenimenti lieti e tristi che lo hanno caratterizzato fino all’ingresso nella Terra promessa da Dio, considerata come luogo del riposo. Nel corso dell’itinerario quarantennale, spesso il popolo si ribellò al Signore, chiese pane, carne ed acqua e, nauseato di questi prodotti, indurì il cuore nel peccato di idolatria, mancanza di fiducia, disobbedienza. Furono molti i giorni della ribellione, soffocati da precisi e purificatori interventi di Dio che causarono anche morti nel deserto. La mancanza di fede, impedì agli Ebrei, compreso Mosè, di entrare nella terra promessa. La partecipazione alla vita ed alla morte di Gesù, oggi, esige di mantenere sicura sino alla fine la fiducia in Lui, pena l’esclusione dalla partecipazione alla sua gloria. L’insegnamento biblico ribadisce la serietà con la quale si deve seguire in Signore nell’itinerario di una fede semplice, ma matura, lineare e non ingolfata in tanti spiritualismi e ingannevoli devozionismi. P. Angelo Sardone