«Onora tuo padre e tua madre, è il primo comandamento accompagnato da una promessa: perché tu sia felice e goda di una lunga vita sulla terra» (Ef 6,1). La Sacra Scrittura è molto pratica. La predicazione di S. Paolo la rende più vicina e comprensibile in tutto, fonte di autentica formazione umana, sociale e spirituale, a cominciare dai rapporti interpersonali dentro e fuori la famiglia. Tra genitori e figli essi devono essere cordiali e si fondano sul quarto comandamento, l’osservanza del quale, è accompagnata dalla promessa di una vita lunga e felice (Dt 5,16). L’essere il «primo», sottolinea la sua importanza nella vita sociale. Un elemento significativo come di pari opportunità, riporta nel testo sacro veterotestamentario, lo stesso piano sul quale sono collocati padre e madre, cosa senz’altro singolare nell’ambito della Legge coi dieci comandamenti e non riscontrabile in altri contesti storici coevi. Onorare i genitori significa amarli, portare loro rispetto, cose che devono trasformarsi in accoglienza delle loro indicazioni, ascolto, obbedienza e venerazione. Questi atteggiamenti non sono temporanei: durano tutta la vita e, soprattutto ad una certa età, si traducono anche in servizio concreto ed oblativo. In un altro passo, la Sapienza di Dio elabora ulteriormente la promessa e le conseguenze positive di questo «onore»: così si espiano i peccati, si accumulano tesori, si è esauditi nella preghiera, si riceve la benedizione (Sir 3,3-5.8). In una società come quella attuale, sopraffatta dalla fretta e dall’intiepidamento di sane relazioni affettive, possono sembrare concetti aleatori, di cui però si pagano caramente le nefaste conseguenze, visibili e tangibili un po’ ovunque. P. Angelo Sardone