La semina del mattino
83. «Io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo» (Gal 6,17). Nell’agiografia cristiana si incontra un fenomeno singolare ed uno straordinario dono riservato dal Signore ad alcune anime: le stimmate, segno dell’unione mistica e della partecipazione alle sofferenze di Cristo crocifisso. Il termine significa marchio, segno, e si riferisce alle piaghe di Gesù, sulle mani, ai piedi ed al costato. Sono invisibili o visibili con evidente perdita di sangue. In ogni caso si tratta di ferite prodotte nel corpo da «raggi risplendenti provenienti dal corpo di Cristo, quattro con chiodi ed uno con la lancia, che trapassano le mani, i piedi ed il cuore con grande dolore». Nella Lettera ai Galati, S. Paolo rivela di portare egli stesso nel suo corpo le stimmate di Gesù, come suo schiavo. S. Francesco d’Assisi sin dal 1224, è il primo dei santi latori di questo legame cruento col Crocifisso. Altri testimoni sono S. Caterina da Siena (1375), S. Veronica Giuliani (1797). Il santo moderno stimmatizzato più famoso è S. Pio da Pietrelcina (1887-1968), la cui memoria si celebra oggi. La sua vita, totalmente unita a Cristo, fu segnata da grandi sofferenze soprattutto a partire dal 1918. Le sue stimmate scomparvero alla sua morte senza lasciare cicatrici. Reso partecipe delle sofferenze di Cristo, nell’esercizio del suo lungo ed estenuante ministero sacerdotale, soprattutto con le confessioni, si fece strumento di grazia e di guida per tutti, con una attenzione particolare per i sofferenti. Bilocazione, lettura dell’intimo, profumo sprigionato dalla sua persona, avversione manifesta e sospetti anche da parte dell’Autorita ecclesiastica, furono corredo di una santità eccezionale, acclarata in tutto il mondo, la cui vasta e variegata clientela si prostrava davanti a Lui per ricevere il perdono del Signore. P. Angelo Sardone