«Perché nel Nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi» (Fil 2,10). Nell’Opera rogazionista oggi si celebra la festa interna del Nome SS.mo di Gesù, preparata dall’omonima novena col senso della riparazione dei peccati. La sconfitta del maligno, infatti, avviene attraverso la preghiera e l’adorazione eucaristica, primo atteggiamento dell’uomo nei confronti del Nome di Gesù: «ogni ginocchio si pieghi sulla terra, nei cieli e sottoterra ed ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore» (Fil 2, 10-11). Nella Storia e nella Spiritualità rogazionista questa devozione ha una importanza primaria e, secondo il pensiero di S. Annibale M. Di Francia, non deve mai scemare: si celebra la centralità della persona di Cristo nella vita dell’Opera e dei suoi componenti. Costituisce inoltre una singolare eredità lasciata dal santo Fondatore che aveva composto le apposite preghiere e i secondi quattro versi con carattere riparatorio, aggiunti alle strofe già esistenti. Il Nome di Gesù, egli diceva, «non vuol dire le quattro lettere che lo compongono, ma Gesù Cristo Incarnato che nasce, cresce, muore e risorge per la salute del mondo. Vuol dire Gesù Cristo nella sua divina persona, nella sua celeste dottrina, nelle opere mirabilissime del suo amore… Pronunziare il Nome di Gesù vuol dire richiamare al pensiero tutti i misteri del suo amore, della sua sapienza, della carità del suo dolcissimo amore» (Di Francia, Scritti, 52, 161). Il 1888 S. Annibale istituì la pratica della Supplica all’Eterno Divin Genitore, da presentare nel nome di Gesù, il 31 gennaio, alla medesima ora, le 12.00, in tutte le Case sparse ora nelle diverse parti del mondo. La supplica è costituita da 34 petizioni che si riferiscono all’intera vita di Cristo e riassumono in forma originale anno per anno e con una descrizione narrativa, la storia dell’Opera Rogazionista, le sue vicende, attraverso la lode, il rendimento di grazie e la richiesta di aiuti e favori celesti. Tutto questo intende accrescere la fede nella potenza del Nome di Gesù e ad accendere ancor più l’amore per sua persona, partecipando con la preghiera e l’adorazione alla sua opera di redenzione e di salvezza. P. Angelo Sardone