«In mezzo a loro sarà la mia dimora: io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo» (Ez 37,27). L’alleanza sancita da Dio col suo popolo, a cominciare da Abramo, fu rinnovata con Mosé col dono dei comandamenti e si è compiuta e stabilita in Gesù Cristo nel mistero della sua morte e risurrezione. Nel patto proposto da Dio, la prima condizione è quella di essere Lui l’unico e vero Dio, il riferimento assoluto della vita e delle azioni del popolo, unitamente alla obbedienza della fede, che respinge ogni idolo e fa tenere lo sguardo fisso sul Creatore e Redentore. In questa veste Dio assicura la sua presenza in mezzo al popolo, è veramente l’Emmanuele, il Dio con noi. Per questo Jahwé volle porre la sua dimora sulla terra che, nel corso del tempo, si manifestò con la sua Parola, le tavole della legge poste nell’Arca dell’alleanza, la Legge promulgata da Mosé, il Tempio santo a Gerusalemme, la persona stessa di Gesù Cristo: in Lui inabita la pienezza al tempo stesso della divinità e dell’umanità. Dio dimora in mezzo al suo popolo antico e, oggi, nel mistero della Chiesa che è costituita dal popolo santo di Dio. Rivela la sua presenza nei poveri e nei sofferenti e, nella forma per eccellenza, nel mistero dell’Eucaristia che è patto di alleanza, cibo di vita, farmaco di immortalità e viatico per la vita eterna. Il patto richiede fede. È proprio nel mistero della fede che il cristiano stabilisce e realizza la sua vita sulla terra con lo sguardo sempre rivolto al cielo. P. Angelo Sardone