«Sarà famosa tra le genti la loro stirpe, la loro discendenza in mezzo ai popoli» (Is 61,9). Molto opportunamente la Liturgia colloca subito dopo la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù la memoria del Cuore Immacolato di Maria. Entrambi i cuori formano un tutt’uno: «il Cuore del Salvatore si proietta e si riverbera nel Cuore della Madre, socia e discepola» (Direttorio Pietà Popolare). Nell’esemplificazione devozionale della pietà popolare, il Cuore di Maria ha senz’altro un posto di rilievo, facendo riferimento innanzitutto al cuore in quanto tale di una creatura che ha avuto il privilegio di divenire Madre di Dio, portandosi dentro non solo la gioia immensa di tale maternità, ma anche il dolore provocato da una spada che, secondo la profezia di Simeone, ha trafitto il suo cuore per la passione e morte di Gesù. Il Cuore di Maria come quello di Gesù è un abisso di grazie e benedizioni. La festività odierna fu voluta da Pio XII che il 1942 consacrò la Chiesa e il genere umano al Cuore Immacolato di Maria, e nel 1944 la estese a tutta la Chiesa. Proprio a Fatima la stessa Vergine Maria tra le altre cose aveva assicurato: «il mio cuore immacolato trionferà». In maniera analoga al Cuore di Gesù, si sono sviluppate espressioni diverse di pietà popolare verso il Cuore di Maria: la riparazione attraverso la preghiera, la mortificazione, le opere di misericordia, la pratica dei cinque primi sabati del mese, occasione per vivere in forma intensa e con un atteggiamento ispirato alla Vergine, il Mistero pasquale che si celebra nell’Eucaristia. P. Angelo Sardone