«Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Questi precetti ti stiano fissi nel cuore» (Dt 6, 4-6). Il primo comandamento è «Ama il Signore Dio tuo». Lo ha ribadito Gesù a chi glielo chiedeva. La legge antica da Lui pienamente adempiuta, parte sempre dalle indicazioni prioritarie e primordiali che Jahwé aveva formulato tramite Mosé per il suo popolo. L’ascolto sta a fondamento dell’accoglienza del mistero dell’unicità di Dio e della grandezza e potenza della sua Parola. L’ascolto è il primo passo dell’amore, la disponibilità ad accogliere il precetto antico e nuovo dell’amore. Se non ci si dispone all’ascolto non si può comprendere l’ingiunzione ad amare Dio con la totalità del proprio essere: cuore, mente, anima e forze. La necessità di amare Dio con queste caratteristiche e potenzialità talora sfugge alla comprensione limitata dell’uomo preso da amori che distraggono e disturbano, che incantano come sirene e non aprono a prospettive solide e perduranti. Un retto rapporto di amore si basa sul dinamismo dell’ascolto e della traduzione pratica dei precetti formulati da Dio. L’amore di Dio si manifesta col dono dei suoi comandamenti e la richiesta di fedele loro osservanza. Perché ciò avvenga essi devono rimanere incisi nella mente e nel cuore, insegnati ai propri figli, costituire le norme fondamentali alle quali rifarsi ogni momento della vita. Una fede solida e matura non può prescindere da essi: sono la vera ricchezza. Il mondo di oggi frastornato da leggi e leggine che sovraccaricano di ingiunzioni a volte anche contrari alla natura ed al buonsenso, ha bisogno di tornare ai precetti di Dio e praticarli in maniera coraggiosa. P. Angelo Sardone