La semina del mattino
90. «Ignorare le Scritture significa ignorare Cristo». La Chiesa raccomanda che la predicazione e la religione cristiana siano sempre nutrite e regolate dalla Sacra Scrittura (DV 21). In essa trova il suo nutrimento e il suo vigore: non una parola di uomini, ma la Parola di Dio, cioè il linguaggio amorevole col quale il Padre celeste parla con i suoi figli. Lo studio della Scrittura è l’anima della teologia e la guida più sicura della fede. Il ministero della Parola, la predicazione, la catechesi, l’istruzione cristiana, l’omelia che ha un posto privilegiato nella liturgia, si nutrono con profitto con la parola della Bibbia. È indispensabile apprendere “la sublime scienza di Gesù Cristo” (Fil 3,8) con una lettura frequente e l’attenta meditazione. Un eccellente testimone ed esecutore di questi principi è S. Girolamo (Croazia, 347 – Betlemme 420). Dotato di una eccellente erudizione, padrone di cinque lingue, viaggiatore in Oriente ed Occidente, è uno scrittore di prim’ordine nella Chiesa latina ed uno dei santi più dotti. Ad un temperamento vivace e focoso univa commozione e tenerezza, al digiuno, il lavoro, alla preghiera, le veglie, all’esperienza di vita monastica, gli studi. Utilizzando tradizioni e traduzioni anteriori ed operandone di nuove, preparò la redazione completa della Bibbia in latino. Ritiratosi a Betlemme, si dedicò alla traduzione e commento della Sacra Scrittura, scrutandola, cercando la sua sapienza, traendone cose nuove ed antiche. Nella società odierna c’è ancora tanta ignoranza della Parola di Dio, nonostante la facilità di accesso e la reperibilità di introduzioni, commenti ed avviamento al suo studio. Ciò determina la non conoscenza di Cristo. P. Angelo Sardone