«È Gesù la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo» (1Gv 1,2). Questa espressione quanto mai efficace mi sembra il commento biblico più adatto della festa odierna dei santi Innocenti. La loro vicenda storica è nota e profondamente legata alla nascita stessa del Bambino Gesù a Betlemme. Informato dai Magi di questo evento, pericoloso per la stabilità del suo trono, il perfido re Erode, ordinò la strage dei bambini al di sotto dei due anni di Betlemme e del territorio circostante nell’intento di colpire direttamente il Messia e di ucciderlo. Anche se secondo gli studi ermeneutici più accreditati la strage colpì non più di 20 bambini, il dolore in tutta la contrada fu grande per la disperazione di tante famiglie e l’ingiusta condanna riservata ad innocenti ignari di morire per Cristo, incapaci di parlare con la bocca, ma maturi e martiri di sangue. Si rinnova lo strazio avvenuto tanti secoli prima ai progenitori Ebrei nella terra d’Egitto col temerario faraone che, atterrito dal prolificare del numero dei suoi schiavi ebrei, aveva ordinato la strage dei figli maschi. Si rimembra altresì nell’oggi della storia un’analoga strage meno eclatante e in forma subdola, silente e straziante di tante vite innocenti strappate all’affetto dei propri cari, violati nella loro esistenza e libertà e votati alla morte anche fisica. Oggi, si fa anche memoria della strage giornaliera, di cui non si parla o la si accenna con grande difficoltà per non essere tacciati come retrogradi ed insensibili ai “diritti civili”, delle vite innocenti, tante, uccise nel grembo di donne, prima ancora di vedere la luce. Questi piccoli testimoniano ignari l’atrocità e la barbarie cui giunge il cuore e la mente umana lontana da Dio e dai valori che prima di essere cristiani, sono profondamente umani. P. Angelo Sardone