«Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio» (At 10,40-41). Dopo circa 40 ore dalla sua morte, nell’arco di tre giorni, per la potenza del Padre Cristo risorge dai morti. È la vittoria definitiva sul peccato e sulla morte. Il Nuovo Testamento non fa il racconto della risurrezione ma narra solamente che il sepolcro, liberato dalla pietra ostruttiva, la tomba vuota, il sudario e le bende appoggiate sulla fredda pietra all’interno, sono la dimostrazione chiara dell’evento. Le donne prima, e poi gli Apostoli da loro allertati, accorrono e constatano la verità di quanto già Gesù aveva più volte affermato. Non fu trafugamento con occultazione di cadavere come volevano far intendere ingenuamente i capi dei giudei, ma risurrezione dai morti, testimoniata direttamente da Gesù che appare agli Apostoli, testimoni scelti. Questo traguardo segna l’inizio di un’epoca storica nuova e diversa: l’annunzio della risurrezione diventerà il «kerigma», l’argomento principale che gli Apostoli ed i primi cristiani diffonderanno sulla terra. La verità da parte del popolo dovrà essere accolta tramite la fede che, come affermerà poi S. Paolo, si riceve attraverso l’ascolto. La redenzione è portata a termine da Gesù con la sua morte e risurrezione che è «una realtà soprannaturale che non appartiene a questo mondo e non può essere oggetto di ricerca storica» (W. Grossouw). Comincia così il giorno senza tramonto, l’era nuova del mondo. L’ottavo giorno dopo il sabato per gli ebrei, diventerà il «primo giorno della settimana», la domenica, il giorno del Signore. Auguri vivissimi, buona Pasqua di risurrezione. P. Angelo Sardone