La più terribile malattia dell’uomo è la mancanza di amore. Gesù Cristo ha posto rimedio a questa carenza non solo dando prova di un amore senza limiti «fino alla fine», ma anche facendo dono dell’Eucaristia e del Sacerdozio, sacramenti istituiti contestualmente nella sua ultima cena. Il rito arcaico della pasqua ebraica che segnava per il popolo dell’alleanza il passaggio dalla schiavitù egiziana alla libertà, viene sostituito dal rito memoriale del “nuovo ed eterno testamento” per il nuovo popolo di Dio: si mangiano le carni dell’Agnello «che toglie il peccato del mondo»; il compito di confezionare nel segno del pane e del vino il mistero più difficile della fede è affidato al ministero dei nuovi “leviti” che, costituiti da Cristo sacerdoti «al modo di Melchisedek», accolgono la decima di ogni cosa e donano la benedizione. Da allora l’Eucaristia, dono supremo di amore, cammina di pari passo col Sacerdozio, dono misterioso di altrettanto amore, posti l’uno in funzione dell’altro. La realtà sublime del corpo e sangue di Cristo postula l’altra grandiosa della sua “confezione” e del servizio oblativo del sacerdote al popolo di Dio. Se viene a mancare il Sacerdozio, non c’è più Eucaristia. Il cammino di vita del credente è segnato da queste presenze che non verranno mani meno “fino alla fine dei secoli”. Il “pane del cielo” che dà la vita sostiene giornalmente l’uomo e la sua salute fisica e spirituale. Il sacerdozio, donato da Cristo a uomini scelti, segnati dalla debolezza della natura umana, è testimonianza concreta dell’amore di Cristo e servizio del popolo per le cose che riguardano Dio, nell’offerta di doni e sacrifici per i peccati. Se ciò è valido in ogni tempo, lo è particolarmente nell’attuale situazione di disagio nella quale il popolo santo di Dio sta vivendo con dolore la privazione materiale del cibo eucaristico e della presenza e vicinanza fisica del sacerdote per la celebrazione della S. Messa e l’amministrazione della Riconciliazione. La mediazione informatica favorisce la presenza virtuale del sacerdote nella casa e nella vita dei fratelli e delle sorelle nella fede. Egli, in effetti, garantisce con la sua preghiera e la celebrazione della S. Messa, azione liturgica per eccellenza che va oltre il disagio dei banchi vuoti e della chiesa chiusa, la presenza e l’efficacia dell’amore di Dio che colma nell’uomo il suo bisogno di amore. P. Angelo Sardone