«Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori, per dare a ciascuno secondo la sua condotta» (Ger 17,10). Maledizione e benedizione si concentrano sull’uomo che confida o meno nel Signore ed ha in Lui il suo sicuro sostegno. Nella misura in cui ci si appoggia a Dio o non lo si fa, si merita o no la sua benedizione, le tristi conseguenze di un camminare da solo e puntare sulle sole proprie forze e sulla propria carne, cioè le potenzialità umane che talora sono possono essere piene di orgoglio e superficialità. Il Signore è sostegno e fiducia del cuore dell’uomo molte volte infido e ribelle alla totale guarigione. Sfiducia ed inganno rendono torbida la vita, alienandola spesso dallo sguardo benedicente e dal sicuro rifugio in Dio. L’eccessiva od esclusiva confidenza in se stessi con l’illusoria pretesa di farcela a tutti i costi anche dinanzi a situazioni grandemente superiori, può rendere orgogliosi; la resa incondizionata e senza giusta critica ad un potere dispotico, di qualunque natura sia, non rende l’uomo felice e lo allontana da sé e da Dio. Le conseguenze sono nefaste: l’uomo si rende arido, dimora nel deserto della vita. Al contrario quelle positive sono una rigogliosa esistenza alimentata da acque salutari lungo la cui corrente essa si vivifica. I benefici sono tanti: dalla pace interiore, alla gioia, alla responsabilità, alla condivisione, al retto modo di pensare e di agire. Il Signore che scruta mente e cuore, solleva, anima, sostiene, guida. Se non viene meno la fiducia in Lui, la vita si arricchisce sempre più e sprizza di gioia, anche in mezzo alle difficoltà ed ai problemi giornalieri. La seria esperienza di un Cristianesimo coerente lo conferma, proprio perché Dio guarisce il cuore e lo rende saldo col suo amore. P. Angelo Sardone