Una delle più famose profezie messianiche è quella proclamata da Natan al re David, su mandato esplicito del Signore. La storia racconta che il grande re d’Israele una volta stabilitosi a Gerusalemme si pose il problema della «Casa di Dio», la costruzione di un’abitazione nella quale poter collocare in maniera adeguata l’Arca dell’alleanza fino allora custodita sotto una tenda che migrava col cammino pellegrinante del popolo. In un primo tempo il profeta, consapevole della bontà del desiderio del re, lo esortò a mettere in pratica quanto aveva pensato. Ma a seguito di una rivelazione notturna di Jahwé e della relativa ingiunzione a riferire testualmente quanto ricevuto, Natan comunicò a Davide la volontà di Dio: sarà Egli stesso a costruirgli la casa. Ciò avverrà secoli dopo non con un manufatto edile sontuoso e degno del Signore, cosa che realizzerà Salomone suo figlio con la costruzione del tempio, ma attraverso un discendente il cui regno sarà stabile per sempre. La relazione tra Dio e questo promesso re sarà la medesima di un padre col figlio ed esprimerà il messianismo regale. Nella dinamica provvidenziale storico-teologica si innesta questa profezia basilare che circa mille anni prima annunzia la nascita di Cristo Salvatore come preannunziato dall’Angelo alla vergine Maria a Nazaret. I legami storici sono di puntuale attuazione del progetto divino di salvezza attraverso Gesù il cui nome significa «Dio salva». P. Angelo Sardone