La semina del mattino
62. «Siamo collaboratori di Dio e voi campo di Dio, edificio di Dio» (1Cor 3,9).
I sacerdoti, come gli Apostoli, sono chiamati ad un servizio di collaborazione. Il padrone e datore di lavoro è Dio: Egli ha cura del suo podere o campo, la Chiesa
piantata dal celeste Agricoltore come vigna scelta. Cristo che è la vera vite, dà linfa e fecondità ai tralci, cioè a tutti coloro che rimangono in Lui. Senza di Lui non si può fare nulla (Gv 15,1-5). Il Signore Gesù è la pietra rigettata dai costruttori, ma divenuta pietra angolare sul cui fondamento è costruita la Chiesa dagli apostoli (1Cor 3,11); da Lui essa riceve stabilità e coesione. Il campo di Dio e l’edificio di Dio sono affidati a coloro che ha scelto per essere suoi e perché lo coltivino e lo tengano in efficienza con la predicazione, i sacramenti, l’insegnamento, le virtù, la santità. Il lavoro apostolico riceve energia e vita non solo dalla forza e dall’impegno professionale dei lavoratori a tutte le ore, ma soprattutto da Dio che pianta, irriga, fa crescere. La fedeltà è indispensabile per la buona riuscita e la tenuta dell’impegno apostolico. La piena comunione con la Chiesa, a cominciare dal papa ed i vescovi, garantisce l’unità e la fecondità del lavoro pastorale. I collaboratori, interpreti e trasmettitori del messaggio evangelico loro affidato, realizzano la diffusione del Regno con le loro competenze e capacità relazionali, l’abnegazione. Hanno la consapevolezza di essere mezzi e strumenti di salvezza, servitori di Gesù dal quale riceveranno la ricompensa secondo il proprio operato. P. Angelo Sardone