La semina del mattino
209. «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!» (Mc 4,9). La conclusione della parabola del buon seminatore, o più propriamente “dei terreni diversi”, una delle più importanti e significative della predicazione di Gesù, ha questa esplicita e tassativa conclusione. L’ascolto attento della Parola di Dio richiede una disponibilità intelligente e volitiva che aiuta a comprendere e metterla in pratica. La parabola è come un paragone, una ricorrente modalità di insegnamento scelta da Gesù per comunicare agli interlocutori, gente semplice, le grandi verità del Regno. Facendo uso di immagini comuni provenienti dal mondo agreste o da situazioni verosimili, Egli annunzia il mistero e lo affida all’ascolto ed alla comprensione di chi lo segue. Alcune volte, come in questo caso, è Gesù stesso a spiegare agli Apostoli che glielo hanno richiesto, il significato della parabola, perché si facciano interpreti e latori presso il popolo di Dio della comprensione adeguata. Per gli altri la parabola è riservata così come è raccontata, perché ciascuno capisca ed adegui di conseguenza la sua vita. Le categorie della semina evidenziate dal racconto, si riferiscono a quattro situazioni concrete di vita: la strada è sinonimo di superficialità e di dominio del Maligno; le pietre, l’instabilità e la mancanza di consistenza; i rovi, le preoccupazioni della vita e le seduzioni della ricchezza; il terreno buono, la disponibilità all’ascolto e la messa in pratica nella vita. Ciascuno viene invitato a comprendere, cioè a ricercare il senso del racconto ed il proprio inquadramento nella vicenda parabolica, intendendo il limite tra l’immagine e la realtà, adeguando la propria vita all’insegnamento ricevuto. P. Angelo Sardone