“Le età dell’accompagnamento”: scuola di formazione vocazionale a Matera

Continua in maniera sistematica con cadenza mensile l’incontro della Scuola di Formazione Vocazionale per laici presso il Villaggio del fanciullo S. Antonio a Matera. Il prossimo incontro si terrà mercoledì prossimo 22 gennaio a cominciare dalle ore 19.30 nella Sala dei Sacri Cuori (a destra entrando dalla portineria). Per chi lo vuole, l’incontro sarà preceduto dalla S. Messa che celebrerò alle ore 19.00 nella cappella interna del Villaggio. Il tema sarà: “Le età dell’accompagnamento”. Se ritieni opportuno divulga la comunicazione alle persone che possono essere interessate a questo cammino di formazione. P. Angelo Sardone

Il Nome di Gesù: festa primaria dei Rogazionisti

In preparazione all’inizio della novena (22 gennaio) ed alla Grande supplica all’Eterno divin Genitore nel Nome SS.mo di Gesù, domenica 12 gennaio, nel corso della giornata di formazione  carismatica e coniugale delle Famiglie Rog ad Atripalda (Av) P. Angelo Sardone tiene l’insegnamento sul “Nome SS.mo di Gesù” devozione e festa primaria nella spiritualità Rogazionista. Vi partecipano una decina di coppie che da 12 anni stanno seguendo il cammino formativo rogazionista. Si comincia con la celebrazione eucaristica nella chiesa di S. Ippolisto e a seguire l’insegnamento in Contrada Ischia. Nel corso della stessa giornata sono sorteggiate le Polizzine di Gesù Bambino.

Epifania: solennità della manifestazione dall’alto

La luce e la gloria del Signore irrompono nella nebbia e nel buio dell’ignoranza dei tempi e del peccato. I re da lontano camminano verso lo splendore della luce: portano oro, incenso e proclamano la gloria del Signore. Il mistero viene rivelato: in Cristo tutte le genti sono chiamate a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo, ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo. Ciò si realizza nell’avvenimento storico dei Magi: guidati dalla stella, con la gioia nel cuore vanno dal re dei Giudei, il capo-pastore del popolo d’Israele. Si prostrano dinanzi al Bambino Gesù, lo adorano e gli offrono in dono oro, incenso e mirra che simboleggiano rispettivamente la regalità, la divinità e l’umanità. La stella che appare, la luce fulgida, i doni singolari, la gioia grandissima, sono i segni mirabili della manifestazione dall’alto (questo significa il termine greco “epifania”) di Gesù a tutto il mondo. Gli stessi segni sono presenti nel mistero della Chiesa e del suo servizio al mondo attraverso la Parola, i Sacramenti, la carità, per continuare a guidare tutti verso Gesù, vera luce del mondo. P. Angelo Sardone

Le Polizzine di Gesù Bambino

Come ogni anno, sono pronte le “Polizzine di Gesù Bambino”, la tradizionale industria spirituale ideata da S. Annibale a conclusione delle feste natalizie. Si tratta di una immaginetta che viene estratta a sorte, una sorta di “polizza spirituale” contratta con Gesù Bambino, che riporta sul retro le condizioni assicurative: un Angelo ed un Santo al quale il Signore affida la singola persona, una virtù da esercitare con relativa massima tratta dagli scritti di S. Annibale, una preghiera ed una piccola mortificazione nel dolce e nella frutta. La Polizzina vale per l’intero anno. Sarà spedita o consegnata ai responsabili dei vari gruppi o Cenacoli Vocazionali dell’Unione di Preghiera per le Vocazioni, con un apposito schema, in modo che possa essere sorteggiata in un contesto di preghiera.

Gennaio: si riparte con la preghiera per le vocazioni

Oggi 2 gennaio, è il primo giovedì di mese di questo nuovo anno 2020. Si riparte con l’impegno della preghiera fiduciosa al Signore per chiedere il dono dei buoni evangelici operai per la messe delle anime. E’ provvidenziale che ciò corrisponda oggi alla memoria liturgica dei due santi cappadoci, grandi amici vescovi e dottori della Chiesa, S. Basilio Magno e S. Gregorio Nazianzeno. Essi rappresentano “l’icona dell’amicizia spirituale” per il loro straordinario rapporto umano e l’intesa spirituale eccellente. Lo stesso S. Gregorio qualificò questa loro amicizia nel segno di “un’unica anima in due corpi” in un processo di affetto reciproco e di stima con la quale facevano a gara non a chi fosse il primo, ma a chi permettesse all’altro di esserlo. Bellissimo esempio per gli ecclesiastici ma anche per i laici nella realizzazione del grande e sacro dono di Dio che è l’amicizia. P. Angelo Sardone.

Fine dell’anno del Signore 2019

«Te Deum laudamus, Te Dominum confitemur! Noi ti lodiamo o Dio, ti proclamiamo Signore!». Questo antichissimo inno liturgico che oggi la Chiesa canta in forma solenne, è l’espressione riconoscente che si innalza a Dio come preghiera di lode e gratitudine ed accompagna la conclusione dell’anno: “Tutto viene da Te, Signore, tutto esiste grazie a Te, tutto tende verso di Te”. Il tempo, santificato da Gesù nel mistero dell’Incarnazione e della Redenzione, manifesta ed attualizza l’amore eterno di Dio verso le creature: Lui, infinito, irrompe nel finito, grande, si nasconde nel piccolo, increato, si annienta nella creatura, soprannaturale si manifesta nella realtà del tempo e dello spazio. «Il tempo in rapporto all’uomo è il più grande di tutti i tesori. Tanto vale il tempo quanto vale il bene, quanto vale la felicità!» (S. Annibale M. Di Francia). Dinanzi a tanta grandezza e generosità di amore e di misericordia senza limiti, ogni singolo giorno ed oggi, particolarmente, s’eleva dal cuore la preghiera di gratitudine immensa per i doni ricevuti: la vita, la fede, la salute, l’amore, la vocazione, l’amicizia, la sofferenza, la morte! Oggi l’anno che si conclude, viene consegnato alla misericordia di Dio e cede il passo al nuovo, dono gratuito della Provvidenza del Padre. La Santissima Trinità guida il nostro cammino verso la patria celeste e la vita senza fine, dove l’unico tempo è l’eternità. P. Angelo Sardone

Santa Famiglia di Nazaret

La Sapienza di Dio enumera precetti chiari e completi: la gloria del padre ed il diritto della madre sulla prole sono i capisaldi della famiglia umana. L’onore che si deve loro non solo è garanzia di accoglienza della preghiera da parte di Dio, ma anche espiazione dei peccati, accumulo di tesori, gioia, lunga vita, consolazione. Ogni opera buona rinnova la casa e fa ottenere il perdono. Tenerezza e umiltà, mansuetudine e magnanimità, sopportazione e perdono reciproco, carità e pace sono i sentimenti e gli elementi propri della famiglia cristiana. Sottomissione e amore, obbedienza e laboriosità ne costituiscono l’amalgama. La fuga in Egitto della Famiglia di Nazaret ed il ritorno in Israele, secondo l’ordine ricevuto dall’Angelo, evidenziano il ruolo di Giuseppe, custode del Bambino Gesù e di Maria, triade esemplare, modello di amore coniugale, genuina ispirazione per ogni famiglia, chiamata ad essere santa. P. Angelo Sardone

I santi Innocenti

La glorificazione di Gesù non avviene solo a parole ma col sangue. La liturgia del 28 dicembre celebra i Santi Innocenti, cioè i bambini dai due anni in giù di Betlemme e del territorio circostante, trucidati dal crudele Erode in odio al Bambino Gesù sul quale non aveva potuto mettere mano. Si compie la profezia di Geremia: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più» (Ger 31,15). Vittime innocenti, ignari ed infanti, sono annoverati tra i testimoni di fatto della regalità di Cristo contrastata dall’infame re fantoccio Erode. La tragedia continua purtroppo ancora nella storia di oggi, laddove bimbi innocenti sono uccisi, abusati o sfruttati senza potersi difendere, ignari del sopruso degli adulti e dell’egoismo umano. Si levi unanime la voce di condanna per ogni atroce crimine di qualunque natura contro l’innocenza dei piccoli e si innalzi una preghiera supplice di richiesta di perdono per gli uccisori del corpo e della dignità umana a vario titolo. P. Angelo Sardone

S. Stefano il testimone fermo e coerente di Cristo

Primo martire dell’era cristiana, giovane diacono della Chiesa di Gerusalemme, votato alla carità e alla predicazione evangelica, pieno di grazia e potenza, testimoniò col sangue la fede in Cristo morto e risorto, ricopiandone la passione, affrontando la morte per lapidazione e perdonando gli uccisori. Non ebbe paura di definire i sacerdoti del Sinedrio “gente testarda e pagana nel cuore e negli orecchi, che sempre oppone resistenza allo Spirito Santo”. Si adempie in lui quanto preconizzato da Gesù in riferimento a tribunali, flagellazioni, odio per il suo nome, morte, anche da parte degli stessi familiari. Come per Stefano anche per noi, in circostanze analoghe, parla lo Spirito del Padre. La salvezza è frutto della perseveranza. Auguri a tutti coloro che portano il nome di Stefano/Stefania, che dalla etimologia greca significa “corona” e pertanto “incoronato” e “incoronata. P. Angelo Sardone.