«All’ingresso del tempio vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente» (Ez 47,1). Nelle sue esperienze mistiche il profeta Ezechiele viene ammesso alla visione del tempio, l’abitazione di Dio in mezzo al suo popolo. L’immagine sarà ripresa da Giovanni apostolo nell’Apocalisse per sottolineare ulteriormente l’importanza della presenza divina nella casa a Lui destinata. Oggi la Liturgia celebra la festa della dedicazione della Basilica Lateranense di Roma, la «madre di tutte le chiese dell’Urbe e dell’orbe». Fu fondata da papa Melchiade (311-314) in un terreno appositamente donato dall’imperatore Costantino accanto al Palazzo Lateranense, sua residenza imperiale. Fu consacrata da papa Silvestro il 9 novembre 324 e intitolata a Gesù Salvatore del mondo. A questo titolo nel corso del XII secolo, data la presenza dell’omonimo battistero che sorge accanto e che è il più antico di Roma, fu dedicata a san Giovanni Battista, donde il nome di «San Giovanni in Laterano». Questa basilica è la cattedrale di Roma: in essa ci si trasferì dalle catacombe per sviluppare in maniera aperta e libera il culto a Dio. Quivi furono celebrati cinque Concili ecumenici dal 1123 al 1215. Le pietre vive e scelte che costituiscono questa magnifica costruzione che sfida il tempo e la storia, sono il segno della dimora della gloria di Dio ed il luogo nel quale il popolo cristiano, chiamato a progredire sempre nell’edificazione della Gerusalemme del cielo, supplica il Signore, chiedendo di diventare tempio vivo della sua grazia, risplendente per la santità di vita. P. Angelo Sardone