San Giuseppe, uomo del silenzio, del discernimento, della paternità
«Io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno» (2Sam 7,12). L’annuale solennità di S. Giuseppe ripropone nella liturgia la celebre profezia rivolta da Natan a Davide che voleva edificare a Jahwè una casa perché vi abitasse. Nella prospettiva biblica e teologica la Casa l’avrebbe costruita Dio stesso in Gesù Cristo, tramite la paternità giuridica e civile di Giuseppe, discendente di Davide. È lui, infatti, l’anello di congiunzione tra il Figlio di Dio, re messianico, e la stirpe davidica. Giuseppe, il cui nome significa «aggiunto», era nativo di Betlemme. Nella storia provvidenziale di Dio fu chiamato ad essere custode di Cristo come suo padre putativo e protettore della verginità di Maria, sua sposa. Il vangelo e gli scritti sacri, al contrario degli apocrifi che tracciano particolari suggestivi, non riportano alcuna sua parola, ma l’indicazione chiara di «uomo giusto»: tace, pensa nel segreto del suo cuore, prende in moglie Maria se pure gravida, salvandola dalla sicura lapidazione, e si attiene alla volontà di Dio nei confronti del Bimbo cui darà il nome Gesù. Obbedienza, silenzio, pudore, sono gli elementi che contraddistinguono l’identità di questo grande santo che il beato Pio IX il 1870 dichiarò «Custode della Chiesa universale». «La sua missione è la nostra: custodire Cristo e farlo crescere in noi e intorno a noi» (S. Paolo VI). S. Giuseppe ha un legame carismatico con S. Annibale M. Di Francia, per essere padre della provvidenza, modello della vita interiore e protettore dell’Opera rogazionista. Le nostre Case religiose sono sotto il suo patrocinio. Le vocazioni sono sotto la sua tutela e frutto della sua mediazione orante. Auguri ai papà per la loro festa odierna ed a tutti coloro, uomini e donne che portano il nome di Giuseppe, Giuseppina e derivati, perché lo imitino nel ruolo di custode della famiglia e nella prudente e giusta tutela delle persone e delle cose più sacre. P. Angelo Sardone