La semina del mattino
150. «Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia e si ricordano delle tue vie» (Is 64,4). Questo testo profetico evoca il tempo dell’Avvento che inaugura il nuovo Anno Liturgico e precede la solennità del Natale del Signore, la sua prima venuta nella carne. Il termine significa «venuta» e fa riferimento al cammino che il Signore compie andando incontro alle sue creature che praticano la giustizia con gioia. Per il cristiano l’Avvento si caratterizza come tempo di attesa della seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi ed ha una configurazione analoga alla Quaresima. Ma è anche l’itinerario che l’uomo intraprende per andare incontro al Signore che viene. Il cammino, in entrambe le prospettive, è guidato dalla Parola di Dio che segna le tappe domenicali e feriali con l’abbondanza e la maestosità delle profezie, in particolare quelle di Isaia, il profeta dell’Avvento, e la presentazione degli eventi e delle figure che precedono la nascita di Gesù: l’Immacolata Concezione di Maria, la testimonianza di Giovanni il Battista, i cosiddetti Vangeli dell’infanzia di Matteo e Luca. La liturgia dell’Avvento diviene una «scuola permanente di crescita vocazionale» (PVI, 29) con due componenti essenziali ed importanti: la ciclicità e la continuità. Esse sono manifestazioni dell’intervento di Dio che salva attraverso segni rituali e prolunga e realizza nel tempo, mediante la celebrazione, la ricchezza del suo amore per l’umanità. La storia della salvezza continua oggi nel tempo e costituisce nella Chiesa l’elemento portante dell’Anno Liturgico. P. Angelo Sardone