«Abramo credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli» (Rm 4,18). Abramo è l’uomo della fede. Questa prerogativa gli è riconosciuta dalla Storia sacra che più volte a lui fa riferimento.
Le sue gesta narrate nel Libro della Genesi si ripercorrono costantemente nel ritmo storico successivo e, nel Nuovo Testamento, trovano adesione piena da parte di Gesù, da S. Paolo, dall’autore della Lettera agli Ebrei. In particolare S. Paolo nella trattazione della fede presenta la sua identità di padre di tutti i credenti, di tutti i giustificati, in base proprio alla fede che è l’elemento determinante in Lui e nei suoi figli. Aprendosi a Dio ed accogliendo la sua Parola e le sue indicazioni, Abramo credette fermamente e si abbandonò in Lui con una fede che supera quanto umanamente una persona potesse pensare: lascia il suo paese, non esita a sacrificare suo figlio Isacco: non sta a discutere, si affida. La fede lo aiuta a superare le difficoltà, a fare riferimento costante all’onnipotenza di Dio ed alla sua fedeltà. Questa sua prerogativa continua per tutta la sua discendenza, il nuovo popolo dell’Alleanza, la Chiesa, e fa in modo che i cristiani siano davvero “eredi”. Vero ed effettivo erede è Cristo e l’uomo associato a Lui. Cristo è legato ad Abramo fino ad essere, secondo il pensiero di Paolo, la discendenza unica dello stesso Abramo. È davvero grande la nostra dignità di cristiani! Ma quanto è importante prenderne coscienza attraverso una conoscenza adeguata e profonda che passa attraverso l’ascolto della Parola di Dio e la catechesi. P. Angelo Sardone