«Ti benedica il Signore e ti custodisca» (Nm 6,24). Il nuovo anno si apre con questa espressione che il Signore aveva comandato a Mosè di riferire ad Aronne ed ai suoi figli, i Leviti, perché così dovevano benedire il popolo di Israele. Si tratta di una benedizione propriamente sacerdotale che il Signore riserva ai suoi figli attraverso il sacerdote, preposto all’esercizio del culto ed alla mediazione dei rapporti tra l’uomo e la divinità. La benedizione del sacerdote è del Signore, origine e fonte di ogni benedizione, Lui che è al di sopra di tutte le cose. Lui solo è buono, ha fatto bene ogni cosa, colma di beni tutte le sue creature, e sempre, anche dopo la caduta dell’uomo, continua a effondere benedizioni in segno del suo amore misericordioso: fa brillare il suo volto, custodisce e concede la pace. Il nome di Dio riportato tre volte, secondo la concezione semitica, assicura la presenza di Dio che protegge. Da ciò scaturisce la consapevolezza di essere sotto lo sguardo di Dio e di abbandonarsi con fiducia a Lui per poter affrontare e sopportare ogni avversità. Il Signore custodisce chi segue le sue vie, fa giustizia agli orfani e alle vedove, e dà pane e vestito a chi è straniero (Dt 10,17-18). In questa logica e con questa prassi per il cristiano viene meno qualsiasi altro riferimento a maghi ed oroscopi. La Chiesa dà oggi la sua benedizione celebrando Maria di Nazaret, la Madre di Dio: Ella accompagna sempre verso il Figlio suo e mai allontana alcuno da Lui. Non si può essere cristocentrici se non si è saldamente mariani. Auguri. Buon anno con ogni benedizione del Signore e l’efficace e materna protezione di Maria. P. Angelo Sardone