«Dio è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità» (1Gv 1,9). Le malvagità determinate dal peccato hanno segnato e continuano a macchiare la vita dell’uomo sulla terra. Il sopruso, l’orgoglio la smania del dominio e la paura che qualcuno lo sottragga, sono le cause più ricorrenti delle stragi, da quelle più eclatanti che segnano la storia, a quelle più ridotte ma non di meno intensità di impatto mediatico e di sofferenza. I primi tempi dalla nascita di Gesù sulla terra sono segnati da un vile, atroce delitto fatto consumare da Erode il Grande, la strage degli Innocenti, bambini dai due anni in giù, vittime ignare, strappate dal seno delle madri nella speranza di uccidere il Bambino Gesù che poteva scalzarlo dal trono quale nuovo re. L’inganno subìto dai Magi fece andare sulle tutte le furie l’iniquo gerarca che già si era spaventato per la loro affermazione della presenza dei Re dei Giudei e che non esitava ad usare la violenza per sopprimere qualsiasi rivolta o sommossa. Questa volta non si trattava di adulti, ma di inermi bambini betlemiti che, inconsapevolmente erano diventati colpevoli di essere nati allora, per il semplice fatto che sicuramente tra loro doveva esserci il nuovo Re dei Giudei. E così avvenne la strage. I bimbi strappati dalle braccia delle madri furono passati a fil di spada. Venti, secondo gli studi, molti di più secondo l’immaginario; si tratta comunque di vittime innocenti che richiamano lo strazio di Rachele che piange i suoi figli. La strage non si è chiusa lì. Continua anche oggi nei confronti di vittime innocenti di interessi egoistici, rei di essere stati chiamati alla vita per un errore di calcolo o per essere un fastidioso ingombro. P. Angelo Sardone