«La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza» (Col 3,16). La comunità dei battezzati, come quella di Colossi, secondo la concezione di S. Paolo deve avere una fisionomia spirituale e strutture essenziali. La prima in ordine di importanza è la carità fraterna, un vero e proprio vincolo di unità tra le persone. Da questa scaturisce la pace, lo shalom ebraico, che deve regolare i rapporti dei membri della comunità, come il corpo stesso di Cristo e che diviene benessere e felicità. Infine l’inabitazione della Parola di Cristo con tutta la sua ricchezza, realizzata attraverso un’assidua frequentazione. Come nel Vecchio Testamento la presenza di Dio era significata nella Legge e la sapienza nel popolo di Dio, come santuario, così nel Nuovo la nuova presenza di Dio, reale, concreta in mezzo al popolo di Dio, è Cristo ed il Vangelo. È una presenza viva che dimora nella comunità con tutta la sua ricchezza e dà vita ai rapporti ed alla formazione dell’assemblea cristiana. I salmi, gli inni ed i cantici spirituali che sgorgano direttamente dalla Parola e ne sono parte integrante, descrivono la pienezza della lode suscitata dallo Spirito Santo e la manifestazione della riconoscenza a Dio. L’assemblea liturgica ed eucaristica ha assunto questi elementi coordinandoli mirabilmente in una successione conseguenziale: la Parola proclamata è il primo pane e lo Spirito l’agente della consacrazione, ossia della trasformazione del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Gesù. La Parola di Dio ha il potere di trasformare la vita di ogni cristiano. Bisogna immergersi in essa e lasciarsi condurre. P. Angelo Sardone