«Allora Anna esclamò: “Ora l’anima mia è stata glorificata”» (PdG, 5). La liturgia celebra oggi la Natività della Beata Vergine Maria. «Compiuti i suoi sei mesi, come l’angelo aveva detto, Anna diede alla luce una femminuccia e la pose a giacere»: così il Protoevangelo di Giacomo (PdG), uno scritto apocrifo del II secolo riporta la nascita di Maria. Negli scritti canonici del Nuovo Testamento non si trova nulla in riferimento a questo avvenimento. Il testo apocrifo annota i nomi dei suoi genitori, Gioacchino ed Anna, ricchi e devoti, ma senza figli. Il racconto è in parallelo con la nascita di Samuele e, più vicina, quella di Giovanni Battista. Gli elementi comuni sono molteplici: genitori senza figli, preghiera che trova ascolto presso Dio e la nascita di un figlio destinato a coprire un ruolo importante nella storia sacra. La celebrazione liturgica della natività di Maria è la terza insieme con quella di Gesù e di Giovanni Battista. Ciò evidenzia come già nei primi tempi del Cristianesimo Maria godesse di grande venerazione. Tale si perpetua nella devozione del popolo di Dio e in alcuni percorsi di spiritualità. S. Annibale Maria Di Francia nutriva una tenera devozione per Maria Bambina che amabilmente chiamava la “Bambinella” e l’ha lasciata in eredità alle sue due Congregazioni dei Rogazionisti e delle Figlie del Divino Zelo. In ogni Casa religiosa voleva che ci fosse una statua di Maria Bambina, che la festa fosse solenne, preceduta dalla novena e dalla veglia la notte della vigilia. Nelle nostre Case, santuari e parrocchie è possibile venerare la Bambinella composta dentro una culla ornata di luci e tulle, graziosa da contemplare nella sua semplicità e dolcezza. P. Angelo Sardone