«Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Tu eri dentro di me ed io ero fuori. Lì ti cercavo» (Confessioni). Uno dei santi più conosciuti, studiati e citati di ogni tempo è S. Agostino di Ippona (354-430). Personalità poliedrica nella sua grandezza, retore, filosofo e teologo di grande spessore, a distanza di secoli si pone come icona della ricerca intelligente, sistematica e coerente di Dio, passando attraverso il cammino di conversione e di adesione completa al Vangelo di Cristo. La sua giovinezza cosparsa di esuberanze, avventure e facili adescamenti al male, ha trovato nella maturità di esperienza diretta di Dio, la vena di realizzazione piena, della ricerca della verità e della serenità non sperimentata negli amori, nella retorica, nel facile benessere materiale. La svolta della sua vita, passata attraverso il Manicheismo e la rigida distinzione tra il bene ed il male, fino a considerare puerili le manifestazioni religiose della madre Monica ed irrazionali i presupposti evangelici, giunse con la lettura di un testo profano, l’Ortensio di Cicerone che lo invitava a rientrare in se stesso. S. Ambrogio vescovo e Sempliciano sacerdote, a Milano, S. Paolo poi con la lettera ai Romani, gli conferirono i parametri giusti per aprirsi in maniera adeguata alla grazia di Dio che bussava insistentemente al suo cuore. La scelta della castità perfetta e della vita ritirata in monastero, l’ordinazione sacerdotale e poi vescovile, fecero il resto. Aveva trovato dentro e non fuori di sé, la risposta ai suoi perché, perchè aveva cercato e trovato Dio. P. Angelo Sardone