La semina del mattino
167. «Il Signore viene, non tarderà» (Ab 2,2). Comincia oggi la Novena del Natale, una pratica devota che tocca il cuore dei credenti, esprime la fede dei semplici e nello stesso tempo la sua forza. In riferimento al Natale, l’orientamento del primo Millennio dell’Era cristiana segnato alla riflessione dei Padri della Chiesa, è stato propriamente biblico e teologico, in dimensione storico-salvifica: «Dio diventa uomo perché l’uomo diventi Dio». Partendo dalle indicazioni profetiche essi svilupparono una concezione ed una esperienza spirituale basata sulla mistagogia, ossia l’introduzione e l’accoglienza del mistero. S. Francesco d’Assisi con la sua intuizione del presepio di Greggio nel 1223 ha aperto nel secondo Millennio la visione devozionale, rivissuta, elaborata e proposta nel corso dei secoli da personalità eminenti in santità del calibro di S. Alfonso M. de’ Liguori. Il terzo Millennio realizza la sintesi matura e conseguenziale tra la visione storico-salvifica e quella devozionale. L’orientamento spirituale e liturgico attuale, sostenuto dalla riforma del Concilio Vaticano II coniuga la riflessione teologica che fa da sfondo con la rappresentazione simbolica, espressione visiva di una devozione che coinvolge. Nel cammino di preparazione al Natale, seguendo le indicazioni e la spiritualità di S. Annibale M. Di Francia grande innamorato di Gesù Bambino, indico la Novena “sui generis” che attinge dalla tradizione siciliana e si esplica in una forma semplice, che attira l’attenzione e provoca la devozione. A questi elementi cari alla pietà popolare deve però aggiungersi, se ti è possibile, la celebrazione dei Vespri con le “antifone maggiori”: ciò rende l’atto pienamente liturgico, in un clima di sobrietà e di gioiosa semplicità. P. Angelo Sardone