La semina del mattino
144. «Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere» (Lc 21,4). Sembra curioso l’atteggiamento di Gesù: non è un semplice guardare, ma osservare con attenzione, per trarre un insegnamento ed una esortazione. Egli evidenzia un forte contrasto al Tempio tra i ricchi che gettano le loro offerte nel tesoro e la vedova povera, che getta appena due monetine. I primi forse si sbarazzano di qualcosa di superfluo; la seconda dà tutto ciò che ha per vivere. Getta la sua sicurezza per l’oggi ed il domani in un gesto di totale abbandono alla Provvidenza di Dio, obbedendo alla legge. La portata del suo gesto è eccezionale. Essa che appartiene ad una delle categorie privilegiate agli occhi di Dio, insieme con gli orfani e gli stranieri, dà la tuonante ed efficace lezione ai detentori del potere e del possesso, perché dà ciò che le serve per vivere, se stessa, consegna a Dio la sua vita, il bene superiore. La povertà dei ricchi si scontra con la ricchezza della povera vedova e viene surclassata. La loro vuotaggine sfarzosa e tintinnante per il suono metallico delle monete gettate con orgoglio, si contrappone alla pienezza reale di un gesto compiuto nel nascondimento, senza vergogna, con piena dignità e con gioia. Dio infatti «ama chi dona con gioia» (2Cor 9,7). La vicenda continua ancora nella storia e della vita degli uomini. La ricchezza materiale, difficile oggi da quantificare e catalogare in un regime di strettezza economica, produce sperequazione, ostentazione ed apparente sicurezza. Le più potenti poltrone tremano dinanzi al gesto nascosto e silenzioso dei poveri che non solo si accontentano di quello che hanno, ma che a volte danno tutto quello che hanno. P. Angelo Sardone