La semina del mattino 132.
«Ricorda a tutti di essere pronti per ogni opera buona» (Tt 3,1). La prontezza è una virtù umana che fa reagire al dominio della pigrizia e dell’indolenza. Richiama sveltezza, preparazione attenta, vigilanza costante per poter agire ed intervenire in tutto ciò che occorre. Si riferisce analogamente a settori diversi di vita e di azione: la parola, l’ingegno, il movimento, le decisioni, e delinea una sorta di rapidità che si contrappone a lentezza ed inattività. La vita cristiana esige ogni giorno una prontezza decisa ed ampia che guarda e realizza ogni opera buona. Ne fa fede la testimonianza di S. Martino di Tours (316-397), ungherese di nascita, uno dei fondatori del monachesimo occidentale. Soldato romano e catecumeno, dopo la sua conversione divenne prima monaco e poi fu acclamato vescovo di Tours. Uomo di azione e preghiera, si diede allo studio della Scrittura ed all’evangelizzazione soprattutto delle campagne. La tradizione racconta del dono di metà del suo mantello fatto ad un mendicante esposto al freddo, «abito di virtù e veste di carità» (S. Annibale Di Francia). Protettore dei poveri, pacificatore e promotore della giustizia tra deboli e potenti, concluse la sua vita dopo aver riportato la pace in un monastero dove erano vivi dissidi e contrasti tra i monaci. È sua la celebre espressione che compendia il suo zelo apostolico e pastorale: «Signore, se sono ancora necessario al tuo popolo, non ricuso la fatica: sia fatta la tua volontà». Sulle sue orme anche io lo ripeto oggi, al compimento del mio 66° anno di nascita: non recuso laborem! P. Angelo Sardone