La semina del mattino
91. «Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18, 3). L’infanzia è il periodo della vita dell’uomo che va dalla nascita fino alla preadolescenza. È uno dei più ricchi dell’intera esistenza, colmo di spontanea gaiezza, nel quale si sviluppano le capacità affettive e conoscitive e si apprendono le prime norme e i modelli esistenziali di comportamento sociale e religioso. Il termine evoca l’incapacità di parlare e “bambino”, dall’etimologia greca, è colui che balbetta, che fa i primi passi nel linguaggio. Ha diritti universali, bisogni e interessi specifici. Dinanzi alla fragilità di fede dei discepoli che si aspettavano un Messia forte e potente, Gesù propone la conversione radicale di mente e di cuore e la pone sul piano dell’innocenza, della semplicità e dell’ingenuità proprie di un bambino che chiama e pone al centro dell’attenzione. Nella logica di Cristo i più grandi sono i piccoli perché ad essi sono rivelati i misteri di Dio ed aperto l’ingresso nel Regno dei cieli. È una mentalità nuova e sconvolgente, manifestazione di un privilegio riservato a chi è piccolo. In questa ottica si colloca la santità e la testimonianza di vita della carmelitana S. Teresa del Bambino Gesù (1873-1897), che ha tracciato e lasciato la “piccola via dell’infanzia spirituale”, come autentico segreto di santità. Non è immaturità, ma cammino di fiducia totale in Gesù: «Non c’è cosa più gradita a Dio che abbandonarsi a Lui come un bambino si addormenta nelle braccia di suo padre» scriveva, perché ai piccoli il Padre celeste rivela le cose grandi (Lc 10,21). La logica mondana fa fatica ad accogliere questa indicazione; il ritorno all’infanzia richiede una purificazione globale di pensieri e sentimenti ed un abbandono fiducioso in Dio. P. Angelo Sardone