La presenza reale di Gesù Cristo sulla terra è garantita sino alla fine dei secoli dalla celebrazione della Santa Messa e dalle specie eucaristiche conservate nel santo tabernacolo. Il termine richiama la tenda nella quale era custodita l’Arca dell’Alleanza, ed è una sorta di piccola casa. La “custodia”o “ciborio”, che contiene il pane celeste che dà la vita (cfr. Gv 6) è il luogo sacro per eccellenza dinanzi al quale ci si inginocchia e si adora il corpo e il sangue di Cristo, mistero della fede di difficile comprensione. S. Annibale M. Di Francia, grande innamorato dell’Eucaristia afferma che notte e giorno Gesù nel santo tabernacolo, mentre è in contatto con l’eterno Padre, gli rende “adorazioni di infinito valore”. E’ il misterioso dinamismo di amore col quale Cristo prega e adora il Padre per noi, è pregato ed adorato da noi, prega in noi. Il Figlio, insieme con lo Spirito che intercede per noi con gemiti inesprimibili, presenta al Padre ogni nostra lode, gratitudine, richiesta e supplica, sia quando siamo dinanzi al tabernacolo che quando, come in questi giorni, impediti per forzate necessità, aneliamo alla sacra custodia e desideriamo ricevere Gesù sacramentalmente. In questo “gioco di amore” si rende efficace la potenza della preghiera cristiana, espressione del cuore, ed atteggiamento di vita. Il Signore esaudisce al «momento favorevole» e soccorre «nel giorno della salvezza». E questo, ora, «è il momento favorevole e il giorno della salvezza!» (2Cor 6,1). Il rapporto personale con Cristo si completa con l’incontro e la condivisione con i fratelli nel quale si concretizza un’altra presenza del Signore: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro!» (Mt 18,20). Con cuore umile e penitente stiamo accanto al tabernacolo di Gesù come lampada con fiamma perenne e fiori profumati, per essere sentinelle di amore che vivono di Lui, che operano per Lui. P. Angelo Sardone.