Il ricordo della Passione di Gesù segna questo giorno. L’Uomo-Dio ha preso su di sé il nostro dolore e si è fatto dolore, si è caricato del nostro peccato e si è fatto peccato. E questo, solo per amore. Il mistero del dolore e della sofferenza di Cristo non ha ragione se non nel fatto che solo il suo sangue offerto in sacrificio, poteva ripagare e riparare l’antico e l’attuale peccato dell’uomo. Il venerdì settimanale, con la sua intensa carica di preghiera liturgica e gli elementi penitenziali, immette nel gorgo della misericordia di Dio e rende più vicino a noi, meno incomprensibile, il mistero della sofferenza di Dio per l’uomo, abbracciato con amore e per amore da Gesù. E’ il modo supremo col quale lo ha manifestato «nei fatti e nella verità». La vita dell’uomo è una giornaliera Via Crucis già percorsa e sublimata da Cristo. Lui l’accompagna perché non vengano meno le forze e soccombiamo sotto il peso della tribolazione, della sfiducia, della paura, dell’incoerenza, della leggerezza, della confusione che si insinua nella mente e nel cuore. Questi giorni particolari sono una particolare via crucis sicuramente non preventivata. Oggi e così, il pio esercizio diventa vita, il ricordo del mistero diventa realtà. C’è il rischio di diventare folli per il terrore di ciò che avviene attorno; il pericolo di alienarci dalla verità consolante che viene da Dio che ha vinto il peccato e la morte, travolti dalle notizie in tempo reale, inebetiti dalla paura di cose imponderabili e dalla consapevolezza e la fortuna di essere i superstiti dalla morte. Percorriamo allora questa strada tenendoci per mano con chi ci è accanto, facendoci forza a vicenda, prendendo e non rifiutando il peso della croce e portandola lietamente. Avremo la certezza di non essere soli. Prima di noi, ed oggi con noi, chi la porta con noi e per noi è Gesù. Questa è una consolante realtà. P. Angelo Sardone