La reazione naturale dinanzi ad una sciagura è la paura. Si teme per la salute, per vita, la propria, quella delle persone care, degli amici. Cupo pessimismo e ripiegamento angosciante fanno da padroni. Nonostante la giornata splendida di sole che si annunzia, si profilano nubi dense di buio e di timore, alimentate da notizie poco rassicuranti. La fede fa reagire in maniera diversa: sa attendere, è protesa verso l’Alto, ascolta la Parola, legge gli avvenimenti, si arrende e si affida a Dio con fiducia. La storia passata, quella biblica soprattutto, insegna la reazione più adeguata e sensata, al di là di ogni constatazione e lontana da annunzi apocalittici ed escatologici, che a volte servono solo a confondere la mente ed il cuore e non aprono alla speranza: «Se ci piomberà addosso una sciagura, una spada punitrice, una peste o una carestia, noi ci presenteremo al tuo cospetto in questo tempio, poiché il tuo nome è in questo tempio, e grideremo a te dalla nostra sciagura e tu ci ascolterai e ci aiuterai» (2Cr 20,9). Con questo spirito e con questa certezza io mi presento all’altare del Signore con la preghiera e l’offerta di “doni e sacrifici” nell’Eucaristia, perchè torni a nostro beneficio la grazia che sana, la speranza che alimenta i giorni, la carità che unifica i cuori ed alimenta la fraternità. P. Angelo Sardone