«Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio; sarà un nazireo di Dio dal seno materno fino al giorno della sua morte» (Gdc 13,5). La preparazione al Natale sia attraverso il canto delle Profezie che con la rievocazione di eventi storici collegati per analogia al Bambino che deve nascere, è un approfondimento concreto ed una riflessione adeguata sul mistero dell’amore di Dio. Esso passa attraverso la storia e dimostra la perenne presenza dell’Altissimo nella vita e nella storia dell’uomo. La nascita di Sansone, uno dei Giudici di Israele, riecheggia parte delle medesime parole che l’Angelo Gabriele riferirà secoli dopo a Maria di Nazaret all’annuncio del Salvatore. Il celebre Sansone è l’unico dei Giudici di Israele del quale si raccontano più vicende nel Libro dei Giudici, dalla predizione della sua nascita da una donna sterile, fino alla morte ad opera dei Filistei. La duplice apparizione di un angelo, assicura prima la donna e poi anche suo marito Manoach, che avrà un figlio, ma dovrà avere per lui attenzione ed accortezza massima perché non gli siano mai tagliati i capelli, non beva bevande inebrianti, perché sin dal seno materno sarà un Nazireo, cioè un consacrato a Dio. Questa ultima identità giustifica l’inserimento di Sansone tra i Giudici di Israele. Le analogie tratte dal Vecchio Testamento preparano il grande evento della venuta storica nella carne mortale del Figlio di Dio, il consacrato per eccellenza al Padre, il quale non sarà solo giudice di Israele ma di tutto il mondo quando tornerà nella gloria a conclusione della vita sulla terra. Consacrati nel Battesimo, anche noi percorriamo l’itinerario di salvezza andando incontro a Cristo che viene. P. Angelo Sardone