«Poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca» (Apc 3,15). Il libro dell’Apocalisse si caratterizza fondamentalmente come rivelazione destinata alle sette Chiese dell’Asia minore e, nella loro persona, a tutte le Chiese. Il numero sette, infatti, indica la pienezza. Il tono profetico è forte e deciso sia nell’elogio di azioni e comportamenti che nel rimprovero talora aspro e duro, per indurre ad una conversione vera e duratura. In particolare la Chiesa di Laodicea, una città molto ricca vicina a Colossi e a Efeso, è destinataria di una fiera reprimenda circa i suoi comportamenti e la condotta di assoluta tiepidezza manifestati nei confronti del Signore. Le parole sono molto efficaci e non lasciano scampo a fraintendimenti e tergiversazioni. Il Signore vuole cuori e vite caldi. Chi è freddo si tira fuori da un contesto relazionale con Lui. Chi è tiepido, cioè né caldo né freddo, sceglie la via di mezzo forse più comoda ma certo più terribile e disastrosa. La sorte è altrettanto terribile: è destinato ad essere vomitato dalla bocca del Signore, come l’effetto tipico dell’acqua tiepida. La stessa cosa per chi si ritiene ricco e non ha bisogno di nulla. A costui il Signore riserva un rimprovero atroce: «Sei il più infelice, miserabile, povero, cieco e nudo». Queste espressioni provengono da Dio che non scherza certo quando deve combattere il male e chi lo produce suo malgrado. Il tono deciso della Parola viene poi lenito da due affermazioni delicate: «Tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo» e «Ecco, sto alla porta del tuo cuore e busso, se mi fai entrare cenerò con te e tu con me». Con Dio non si scherza! Se si deve intraprendere il cammino con Lui bisogna farlo con intensità di calore, docilità di ascolto e serietà di impegno. P. Angelo Sardone