«Una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua stavano in piedi davanti al trono e all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani» (Apc 7,9). Con un’unica solennità la Chiesa celebra oggi tutti i Santi, proprio perché essa è l’assemblea e la comunione dei Santi. Quelli riconosciuti come tali dall’autorità pontificia, sono la minima parte di tutti gli altri che, avendo vissuto pienamente il dettato del Vangelo, hanno conseguito la salvezza e raggiunto il Paradiso. La comunione con loro unisce a Cristo, dal quale, promana la grazia e la santità per l’intero Popolo di Dio, nazione santa da Lui conquistata e chiamata a percorrere il cammino della perfezione. I Santi sono coloro che godono della gloria, contemplano Dio e non cessano di intercedere per noi presso il Padre, offrendo i loro meriti acquistati in terra. Tra questi ci sono «quelli della porta accanto», persone semplici, magari anche nostri consanguinei, che attraverso il mistero della morte sono entrati a far parte dell’Assemblea celeste. I testi sacri presentano una moltitudine immensa di persone avvolte nella luce e nella gloria del trono di Dio, con le vesti bianche e le palme del martirio tra le mani. La venerazione nei loro confronti deve diventare gradualmente loro imitazione, in risposta a quanto ingiunto da Dio stesso: «Siate santi perché io, il vostro Dio, sono santo» (Lev 19,2). La santità si raggiunge non con le grandi opere ma con l’esercizio costante e perseverante della propria vita e del ministero personale nell’ordinarietà della giornata, a gloria di Dio e per il bene delle anime. Auguri a tutti, in particolare a coloro che portano il nome di Santi e Beati non ricordati comunemente nella Liturgia di ogni giorno. P. Angelo Sardone