«L’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!» (Ef 5,31-32). Queste parole spesso sono proclamate nella celebrazione del Sacramento del matrimonio quando gli sposi scelgono la lettura tratta dalla Lettera agli Efesini. In pochi versetti il grande Apostolo sintetizza il mistero del matrimonio cristiano che diventa tale, in riferimento a Cristo ed alla Chiesa. Il giorno delle nozze, infatti, lo Spirito Santo consacra un uomo ed una donna come coppia e li rende partecipi dell’analoga unione di Cristo con la Chiesa, segno della più grande unione di Dio con l’umanità. La coppia che si forma è il modello di unità più totalizzante che possa esistere sulla terra. É un patrimonio divino-umano di comunione affidato alla libertà di un uomo, lo sposo, e di una donna, la sposa, che fa crescere la coppia stessa e la indirizza verso la santificazione. Ciò avviene innanzitutto perché un autentico amore coniugale è assunto dall’amore divino ed è sostenuto ed arricchito dalla forza che proviene da Cristo Redentore e dall’aiuto, un’azione salvifica, mediata dalla Chiesa, in ordine alla missione propria dei coniugi, essere madre e padre. Il vincolo che unisce l’uomo e la donna li fa diventare una carne sola ed è segno e riproduzione del legame che unisce Cristo, Parola di Dio, alla carne umana da lui assunta, Cristo unito alla Chiesa che è suo corpo. Questi altissimi concetti che provengono dalla Bibbia sono la base di conoscenza e di vita di coloro che celebrano e vivono il Sacramento del Matrimonio, risucchiati in un vortice di amore e di grandezza che talora rimane loro incomprensibile: mistero grande che si colloca nel fragile vaso dell’umanità. P. Angelo Sardone