«Camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore (Ef 5,2).
Benevolenza, misericordia e perdono sono un trittico pedagogico di qualità determinato dalla nuova legge dell’amore instaurata da Cristo, che San Paolo consegna nella persona degli Efesini, ai cristiani di ogni tempo. A ciò si aggiunge una concreta imitazione di Dio e di Gesù di Nazaret, per camminare nella carità e nella verità evitando tutto ciò che vistosamente offende il pudore, la moralità, il buonsenso cristiano irradiato dalla luce che viene dal Signore. Ci sono elementi sconvenienti che rientrano nella salvaguardia delle virtù, di cui non bisogna neppure parlarne tra i cristiani, chiamati ad essere invece santi: impurità, cupidigia, volgarità, insulsaggini, trivialità, parole vuote. È una pena constatare talora che proprio in mezzo ai cristiani, senza eccezione anche per religiosi ed ecclesiastici, tali cose fanno fatica ad essere comprese ed eliminate radicalmente dal linguaggio comune e da comportamenti che possono risultare assolutamente volgari. In verità, per il loro comportamento e per la realizzazione di una autentica carità verso Dio ed il prossimo, i cristiani nella testimonianza della loro personale vocazione, dovrebbero essere proprio come i Missionari del Cuore Immacolato di Maria, sgorgati dal cuore del santo vescovo S. Antonio Maria Claret del quale si fa memoria oggi: «una persona che arde di carità e dovunque passa brucia». Spesso questa espressione la cantiamo con la bocca. Ci vorrebbe più impegno per testimoniarla e cantarla con la vita. P. Angelo Sardone.