«Se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Sono ben note le opere della carne» (Gal 5,18). Un articolato, distinto e preciso elenco di opere contrarie allo Spirito, contraddistingue l’indicazione di Paolo agli abitanti della Galazia per affermare ulteriormente la nuova prospettiva di una fede pratica che deriva da Cristo Risorto. Nella dialettica spirito e carne, l’apostolo in maniera inequivocabile e ferma, stigmatizza le relative opere e frutti. Quelle che si riferiscono alla carne sono 14; quelle allo Spirito sono invece 9. In entrambi i casi si tratta di multipli: 14, è il multiplo di sette che indica la pienezza, 9, di tre che indica in genere la perfezione. Occorre rispolverare in maniera adeguata il significato ed il valore di questi elementi dai quali può dipendere, insieme con la salvezza e la santificazione, l’impostazione ed il retto andamento della vita morale del cristiano, il suo fallimento o peggio la sua dannazione. Fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere, sono elementi ben precisi ed attuali che non richiedono chissà quale spiegazione, essendo comuni e rilevanti nel modo di vivere di ogni tempo. L’eredità del Regno è impedita a chi compie simili opere. Amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé, sono invece i frutti dello Spirito che garantiscono un autentico cammino spirituale serio, maturo ed efficace per la salvezza e l’acquisizione certa del Regno di Dio. P. Angelo Sardone