«Tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io» (1Cor 9,23). L’evangelizzatore provetto non parla solo con la bocca o con lo scritto, parla soprattutto con la testimonianza della propria vita. L’esempio di S. Paolo nelle diverse comunità da lui fondate è significativo e trainante. Interamente votato al Vangelo, l’Apostolo, prese alla lettera l’ingiunzione di Cristo: «Andate in tutto il mondo e predicate!». Particolarmente a Corinto egli ha profuso a piene mani la sapienza evangelica, facendo ruotare tutto attorno alla necessità di predicare senza alcun vanto o ricompensa che non fosse solo il Vangelo. Alla maniera stessa di Gesù, la predicazione più efficace non consiste nella formulazione di concetti filosofici o sociologici, ma nella trasmissione di verità che sono via al cielo. Ciò comporta non solo l’adattamento alle situazioni, agli ambienti ed alle persone, ma soprattutto il coinvolgimento personale, facendo diventare la singola persona partecipe e parte integrante del messaggio annunziato. Questo determina una libertà da tutto e da tutti, per farsi servo di tutti onde amministrare e trasmettere un dono superiore alla portata singola di comprensione e, come in una corsa, dosare la forza dei muscoli ed orientare la volontà e l’impegno alla conquista del traguardo e della vittoria. I cristiani, proprio in forza dell’adesione a Cristo, il salvatore e messaggero del Padre, devono sempre più diventare araldi del Vangelo attraverso lo studio serio e profondo, lasciandosi coinvolgere dalla forza stessa del Vangelo che non è mai anacronistico ed impossibile. P. Angelo Sardone