«Nessuno ponga il suo vanto negli uomini perché tutto è vostro. Voi siete di Cristo e Cristo è di Dio» (1Cor 3,21-22). La vera funzione dei predicatori mira alla crescita ed al progresso spirituale, umano e culturale dei fedeli. Al tempo di Paolo, nella comunità di Corinto, c’era stato anche Apollo che aveva predicato con intensità raccogliendo anche il consenso di numerosi corinti. Succedeva allora come oggi che i cristiani si schieravano facilmente per uno o per l’altro annunciatore, mossi da sentimenti diversi, compresa anche una certa simpatia o l’accoglienza di qualche verità stemperata da parole differenti, talora anche edulcorate. Paolo rivendica giustamente il ruolo di sapiente architetto secondo la grazia ricevuta da Dio, nel porre il fondamento sul quale Apollo o chi per lui ha continuato a costruire. Non può essere contestato il primo fondamento posto da chi è stato incaricato di ciò, né tanto meno dato libero spazio a chi intende mettere il suo fondamento che tante volte si discosta da quello insopprimibile di Cristo. Secondo come si costruisce si può adoperare oro, argento, pietre preziose, legno, paglia: questi elementi diventano ben visibili e ci si accorge ben presto se l’insegnamento è solido e prezioso, o se è misera paglia di orgoglio e superficialità diffusa che presto arde e lascia solo una scia di fumo che si perde e stoppia che vola al vento. C’è una grande verità sottesa a questa immagine paolina che si riverbera nella Chiesa di oggi a volte soggetta ad avventori del sapere teologico e dell’accattivante ed adulatoria parola con vibrazioni egoistiche e superficiali o semplici momenti sensazionali. Bisogna porre tanta attenzione facendo rilevare con dolcezza e verità a simili predicatori, l’inconsistenza di un vanto che appartiene solo a Dio ed alla fedeltà a Lui nell’esercizio del proprio ministero. P. Angelo Sardone