«Io giudicherò ognuno di voi secondo la sua condotta. Convertitevi e desistete da tutte le vostre iniquità, che non saranno più causa della vostra rovina» (Ez 18,30). Spesso con la Parola proclamata dai profeti, Jahwé richiama in maniera forte e chiara la responsabilità personale di ciascuno che si incastona in quella collettiva più ampia. La condotta morale e comportamentale di ciascuno rende responsabile davanti a Dio. I comandamenti del Signore diventano lo specchio nel quale rimirare il proprio operato sia nei confronti di Dio che dei propri simili. Il giusto che osserva il diritto e la giustizia, non affidandosi agli idoli, non disonorando la moglie del prossimo, non opprimendo alcuno, dividendo il pane con l’affamato, pronunciando retto giudizio fra un uomo e un altro, vivrà. Dio non vuole la morte del peccatore, ma la sua conversione: essa deve necessariamente qualificarsi con un cuore nuovo ed uno spirito nuovo, la rinunzia al tornaconto personale ed egoistico, l’abbandono della stupida ostinazione a non voler cambiare. Il recupero dell’amore di Dio avviene attraverso l’osservanza della legge di Dio, a cominciare dai precetti naturali, oggi così apertamente biasimati e violentemente bersagliati in nome di un ossessivo ed imposto progressismo ideologico. La stessa natura umana e fisica, atmosferica ed ambientale si ribella e fa scontare all’uomo scellerato la pena dovuta alle sue colpe reiterate. Il rifiuto di Dio diviene anche il rifiuto di se stessi. Dio ce ne guardi e liberi, finché siamo in tempo. La pandemia attuale non è solo quella del covid 19. Se si vuole, ci si può convertire e desistere dal male. Dio ci aiuta. P. Angelo Sardone