Una strada sicura, un certo cammino
«Anche se il Signore ti darà il pane dell’afflizione e l’acqua della tribolazione, non si terrà più nascosto il tuo maestro» (Is 30,20). L’Avvento è tempo di attesa, di conversione, di speranza. Attraverso l’ascolto della Parola di Dio che, secondo la concezione profetica, sradica ed edifica, trasforma il deserto in terra fruttuosa, il cammino si rende più concreto ed efficace. L’esperienza del popolo di Israele nell’esodo è per il cristiano di ogni tempo, il prototipo di un itinerario segnato anche dall’afflizione e dalla tribolazione, ma illuminato e guidato dalla luce del volto di Dio e del suo Cristo. Nelle contraddizioni della vita di oggi, segnata da sconvolgimenti culturali ed epocali dovuti alla perdita dei valori essenziali e naturali, la roccia di salvezza rimane il Signore che, attento e vigile sulla sorte degli uomini, dirizza le vie, rende piani i sentieri scoscesi, asciuga le lagrime, risponde al grido dell’oppresso. Anche se talora il volto di Dio rimane nascosto nelle maglie della sofferenza e dell’afflizione, tipiche della dimensione umana, la fede aiuta a vedere il Maestro e ad ascoltarne la sua Parola, incisiva e chiara: «questa è la strada, percorrila!». Non mancherà la provvidenza, il pane, l’acqua, la cura e la terapia efficace della grazia che come la luce del sole maggiorata sette volte, farà chiarezza sulla strada e nella vita. Le parole di speranza si incuneano nella vita e liberano il cammino dai sassi sgretolati per terra, aiutando ad alzare lo sguardo verso l’Alto ed a rimirare nella stella, l’astro che rifulge e chiama a salvezza. Così l’Avvento acquista senso e l’incedere è meno faticoso perché nutrito di sicura speranza. P. Angelo Sardone