Il santo dei poveri
«Dio ha fatto brillare i nostri occhi e ci ha dato un po’ di sollievo nella nostra schiavitù» (Esd 9,8). Nella seconda parte del libro di Esdra è narrata l’organizzazione della comunità giudaica a Gerusalemme da parte del sacerdote Esdra, esperto nei comandi del Signore e di Neemia quasi un governatore della Giudea. Riprende vita la città santa, purificata dagli abomini e sollevata dalla schiavitù babilonese da Dio stesso attraverso i nuovi eventi. Nella storia si ripetono avvenimenti analoghi legati non solo alla schiavitù fisica ma anche e soprattutto tutto a quella morale che rende gli uomini preda dell’ignoranza, del peccato e della sopraffazione dei forti. Nel secolo XVI il Signore suscitò in Francia uno dei più grandi esempi di carità e di servizio appassionato ai poveri, S. Vincenzo de’ Paoli (1581-1660), insigne apostolo dei bassifondi di Parigi, con la passione dell’evangelizzazione. Comincio dalle popolazioni rurali per finire poi nelle galere e nel servizio dei poveri, ammalati e sofferenti. La sua caratteristica fu la difesa dei diritti dei poveri e degli umili nei confronti dei potenti. La sua testimonianza fece breccia nel cuore di sacerdoti e laici, uomini e donne che lo seguirono e con i quali diede inizio alla Congregazione dei «Preti della missione», più noti come Lazzaristi, che si dedicano al servizio della carità verso gli ultimi della società che egli riteneva «duchi e marchesi». A Lui si ispirò nel suo apostolato carismatico S. Annibale M. Di Francia che intraprese il suo lavoro di redenzione dei piccoli e dei poveri nel malfamato Quartiere Avignone a Messina, luogo degradato ed inviso ai potenti. Anche lui considerava i poveri marchesi, principi e baroni e non lesinava attenzione e servizi anche eroici. P. Angelo Sardone