La Madonna della Salette
«Avvicinatevi figli miei, non abbiate paura: sono qui per annunciarvi un grande messaggio». Con queste parole, il 19 settembre 1846 la Madonna invitava
due pastorelli, Maximin Giraud e Mélanie Calvat, di 11 e 15 anni, che pascolavano le mucche sul monte della Salette vicino ad una fontana disseccata. Intorno alle due pomeridiane, furono attratti da una luce folgorante che mise in evidenza i contorni di una donna, seduta sulle pietre poste attorno alla fontana, con uno scialle ed un grembiule giallo. Una corona di rose le scendeva dal collo, con due catene, una delle quali col crocifisso al cui lato c’erano una tenaglia ed un martello. Con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e la testa tra le mani, piangeva in silenzio e le sue lagrime scendevano vistosamente. Era la Santissima Vergine. Si trattenne coi due pastorelli circa un’ora e prima in lingua francese, poi nel loro dialetto parlò loro: «il braccio del Figlio è appesantito per le mancanze degli uomini in particolare per l’inosservanza del precetto festivo della domenica, la bestemmia contro il suo Nome e la burla della religione. Se si continua così il grano sarà mangiato dagli insetti, quello maturo ridotto in polvere, le noci guastate e l’uva marcia». La Vergine comandò quindi di far conoscere questo a tutto il popolo ed affidò a ciascuno di loro un segreto. Il 1851 a seguito dei risultati d’una commissione d’inchiesta, il vescovo di Grenoble dichiarava: «l’apparizione ai due pastorelli sulla montagna de La Salette porta in sé tutte le caratteristiche della verità e che i fedeli possono fondatamente crederla indubitabile e vera». La Vergine fu invocata come Riconciliatrice dei peccatori. Sul monte de La Salette, nacque la Congregazione dei Missionari di Nostra Signora de La Salette che fece proprio il messaggio della Vergine. Mélanie Calvat sarà a Messina nell’istituto delle Figlie del Divino Zelo nell’anno di benedizione 1897-1898 e morirà ad Altamura. Qui S. Annibale aprirà il 1916 una Casa dedicata alla Madonna della Salette per conservare le spoglie mortali della pastorella. P. Angelo Sardone