Il perdono di Assisi
«Mosè non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con il Signore» (Es 34,29). L’esperienza di incontro con Dio purifica, rinnova, rende raggianti. Non ci si accorge immediatamente, ma si sente nell’intimo il grande dono del cambiamento. Nella giornata nella quale in alcuni contesti urbani ed ecclesiali si celebra la Madonna degli Angeli, la Chiesa ricorda il privilegio francescano del cosiddetto «perdono di Assisi». Si tratta della indulgenza plenaria che si ottiene nelle chiese parrocchiali e in quelle francescane dal mezzogiorno del 1º agosto alla mezzanotte del 2. Ciò fu determinato da una apparizione che S. Francesco ebbe nella chiesetta della Porziuncola nella quale al Signore egli chiese pietà per i peccatori ed il perdono per tutti coloro che, pentiti, avrebbero varcato quella soglia. Si rivolse al Papa Onorio III che il 2 agosto 1216 gli accordò questo privilegio che poi la Chiesa ha allargato a tutte le chiese parrocchiali. «L’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi. Essa è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati» [Paolo VI, Indulgentiarum doctrina, Norme 1-3, 5-24]. Essa è applicabile ai vivi ed ai defunti (CCC 1498). Queste le condizioni per ottenerla: fare la confessione sacramentale e la comunione eucaristica, pregare secondo le intenzioni del Papa (Padre Nostro o Credo), compiere un’opera di carità, di culto o di penitenza. È un’ottima occasione per il cammino di purificazione e di santificazione. P. Angelo Sardone