Eccomi: Maria scattante
«Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele, perché Dio è con noi» (Is 7,14). La celebre profezia messianica pronunziata da Isaia fa da sfondo alla solennità odierna dell’Annunciazione del Signore, che celebra l’intervento di Dio per la realizzazione del regno del Messia. Il contesto storico della guerra siro-efraimita del 731 a.C. è il luogo teologico nel quale si colloca l’annunzio a Maria della nascita di Cristo, come bene hanno interpretato gli evangelisti e poi tutta la tradizione cristiana. Tutto questo si verificherà attraverso un re, successore di Davide che Dio darà per la salvezza al suo popolo. Al di là della circostanza storica, per la quale il profeta Isaia intravede un figlio del re Acaz, lo stesso nome simbolico che gli sarà dato, Emmanuele, proietta in una dimensione futura la realizzazione del regno messianico definitivo. Ciò si concretizzerà con Gesù Cristo e passa attraverso la disponibilità di Maria, giovane donna di Nazaret, che accoglie nella sua casa l’arcangelo Gabriele e nel suo cuore e nella sua vita l’annunzio del progetto salvifico di Dio, dando il suo pieno assenso. La festa odierna conserva anche la sua consistenza mariana, essendo congiunti Cristo e la Vergine, il Verbo che si fa figlio di Maria e la Vergine che diviene Madre di Dio. Essa ricorda l’evento dell’annuncio fatto ad una donna di Nazaret e si specifica in molteplici elementi: il concepimento di Gesù nel seno di Maria, la divina maternità, la partecipazione al mistero pasquale del Figlio. Si articola in punti diversi: dal particolare saluto, al turbamento di Maria e al chiarimento richiesto, dalla risposta dell’angelo all’assenso incondizionato di Maria. Auguri a tutti coloro che portano il nome di Nunzio, Nunzia, Annunziata e derivati. P. Angelo Sardone